IL CORSIVO
Se la situazione è pessima non
si può che essere pessimisti
Sono stato in Sicilia,
nella mia città – Caltanissetta – dove il sindaco ha promosso un convegno di
studi sullo Statuto speciale della Regione siciliana e sul ruolo che Giuseppe
Alessi, un cattolico antifascista, sturziano, tra i fondatori della DC e primo
presidente della stessa Regione, ebbe per la sua approvazione. Non faccio qui
un resoconto del convegno al quale hanno contribuito valorosi studiosi, tra cui
il professore Sabino Cassese. Nel nostro convegno inevitabilmente è stato
richiamato il ruolo che in quella fase ebbero - non solo quello essenziale di
Alessi - ma tante personalità che si impegnarono sul fronte dell’autonomia e
del riscatto della Sicilia. Io, tra l’altro, ho ricordato ciò che fece Girolamo
Li Causi, segretario del Pci siciliano, intellettuale e profondo conoscitore
della storia della Sicilia il quale aveva scontato 15 anni di carcere e di
confino e partecipato alla prima fase della Resistenza. In quell’occasione,
Alessi si scontrò anche con De Gasperi mostrando che la politica non è ubbidienza
ai capi ma scelta di idee e valori. Ma fare l’elenco delle personalità che,
prima e dopo le elezioni regionali del 1947, si impegnarono nell’agone
politico, dentro la Dc, il Pci, il Psi, ma anche nella destra, non è possibile
ovviamente farlo in questa nota. Voglio dire che fu molto vasto. Ciò non
significa che non ci furono scontri politici e sociali molto forti. Come è
noto, nel marzo del 1947 Pci e Psi furono esclusi dal governo e si
preannunciava il clima politico che si respirò prima e dopo le elezioni del
1948. Il 1 maggio del 1947 ci fu la strage di Portella e si verificò il primo
grande scontro tra Li Causi e Mariano Scelba, ministro dell’Interno. Tuttavia,
ecco il punto da sottolineare, Palmiro Togliatti alla Costituente operò con
saggezza e determinazione per portare a compimento, in maniera unitaria, la
Carta costituzionale. E lo stesso fecero gran parte dei costituenti della Dc,
del Psi e i liberali. In Sicilia, Alessi presidente della Regione e Li Causi
presidente del Comitato siciliano che trattava a Roma la
“costituzionalizzazione” operarono per fare prevalere la comune volontà
politica di dare forza e sostanza all’Autonomia siciliana. Se penso a quegli
anni e alla miseria e squallore politico di oggi c’è veramente da temere per il
futuro della Sicilia e dell’Italia. Basta volgere lo sguardo a cosa sono state
le ultime elezioni siciliane e a parte rilevante degli eletti. Quando a
Leonardo Sciascia rimproveravano di essere pessimista rispondeva: «Se la
situazione è pessima non si può che essere pessimisti». Oggi più di ieri.
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